giovedì 1 dicembre 2011

Arte e affetti

Dopotutto anch'io sono figlio, e allora dò il mio benvenuto, del tutto interessato, al blog di Acanthus - Arte e Decorazione (http://www.acanthus-decorazioni.it/roma/), dove è possibile trovare foto e descrizioni di opere lavorate dalla nonna paterna di mia figlia.

martedì 15 novembre 2011

Un concerto abbastanza radical chic


Sono stato con mia moglie, mia figlia, una sua amichetta ed il padre al concerto di cui sopra.
Il concerto viene presentato bene in termini di occasione per i bambini di gradire, in un ambiente caldo e accogliente, musica e canto interpretati live da ottimi musicisti in mezzo al pubblico, così da nutrire la curiosità dei bambini ed il loro piacere nell'ascolto.

Obiettivo solo in parte raggiunto grazie al quarto d'ora finale (a spettacolo concluso) durante il quale i bambini hanno potuto veramente scorazzare e divertirsi suonando gli strumenti e ballando alla musica suonata dagli altri bambini.


 Per il resto devo dire che lo spettacolo non mi è sembrato molto azzeccato:
- interpreti e musicisti tutti vestiti di nero e tendenzialmente tristi come un mimo parigino squattrinato,
- musiche cupe se non inquietanti (a parte una di queste, forse uscita allegra per caso ...)
- non si poteva applaudire
- si veniva spesso richiamati al silenzio, con particolare decisione in caso di bambini piangenti (come contraddirli ?)

Ora, a parte le critiche sibilanti mosse sopra, i musicisti e i cantanti erano tutti evidentemente molto bravi, e l'obiettivo dichiarato nobile e lodevole ... peccato l'approccio sbagliato (mio personalissimo parere) e il prezzo (18 euro gli adulti, 8 euro i bambini), direi eccessivo per essere ospitati in una sala un pò freddina, cupa e per uno spettacolo di un'oretta scarsa, secondo me non adatto alla media dei bambini tra i 3 ed i 5 anni (come dichiarato ufficialmente).

Colgo l'occasione per segnalare che il sito dell'Accademia di Santa Cecilia non offre un servizio facile per consentire al pubblico di lasciare feedback sugli spettacoli cui ha assistito.

PS: è vero che i bambini vanno lasciati liberi il più possibile, soprattutto in un contesto del genere, per formare il carattere, per esplorare nuovi mondi di colori, sensazioni e soprattutto suoni, ma quando vostro figlio/figlia è un quarto d'ora che monopolizza il pianoforte tanto ambito anche da tutti gli altri bambini e non consente (soprattutto ai più piccoli) di sperimentare le sue stesse "esperienze sensoriali", allora forse è il caso di andarlo a prendere di forza e lasciar provare anche gli altri ... anche questa, in fondo è democrazia, e la libertà dei singoli non deve lederla, cari papà e mamme un pò radical chic, un pò troppo montessoriani.
PPS: certo che sono proprio un criticone pesantone ... lo so, lo so

mercoledì 26 ottobre 2011

Accompagnare i bimbi nella burrasca



Esco dalla macchina, prendo l'ombrello, lo apro, faccio scendere Sofia, ventata, l'ombrello esplode, deglutisco a fatica una imprecazione, carico la figliuola in braccio, bufera per strada, corricchio su sanpietrini bagnati, la porto in classe, mi saluta lanciandomi sorridente un bacino, nel frattempo fila di macchine nella stradina della scuola, pulmino che deve uscire, genitori ansiosi che devono entrare fin dentro il portone col suv, uno di questi fa retromarcia e ne colpisce un altro, scende senza ombrello nè impermeabile, vede cosa ha combinato, caccia un sentito bestemmione in rallenty ... per tutto il resto c'è ... non so che c'è, sono bagnato, ma felice.


lunedì 24 ottobre 2011

Parole e 'sfonnoni'


Io: "Ah, mannaggia, questa mattina c'è proprio molto traffico..."
Sofy: "Eh, sì, oggi c'è mooolto ffrasstsico"

Fa a botte con il 'tra', la 's' è qua.i a..ente, e la 'r' comincia pian piano a far capolino.





Quanto sono carini quando dicono 'ste cose, mi ha fatto fare una gran risata (cosa che non ha prezzo di primo mattino il lunedì, per tutto il resto c'è mastercard...), e si è pure arrabbiata per la mia risata, si sentiva presa in giro ...


Se penso a quante ne ho dette io alla sua età (e anche qualche anno dopo ...); una su tutte ? "Mamma, mamma, ho visto una pernacchia mortaaa !".

Povera cornacchia.

mercoledì 21 settembre 2011

Grembiule e sofferente comprensione


Primi giorni di scuola materna pubblica. I bambini venogono abituati pian piano agli orari, alle abitudini e alle regole. Dopo qualche giorno 'rilassato' per rompere il ghiaccio, si inzia con le regole, e, tra le altre:
il santo grembiule, parificatore sociale, normalizzatore di ogni eventuale spunto di arroganza estetica e consumista.


Certo, il senso estetico non guasta, e nei bambini può essere interpretato come un positivo segnale di personalità e affermazione di sè. La Polpetta (mia figlia) ha sempre mostrato di avere le sue personali preferenze per colori, disegni, forme; insomma, un primo (da me inaspettato in termini di consistenza) abbozzo di senso estetico.
Bhè, la questione è che secondo il suo senso estetico il grembiule 'è vecchioooo !'; non le piace, preferirebbe indossare e mostrare altri vestiti che avrebbe voglia di scegliere ogni mattina in estrema libertà.

Così, però, non può essere,
- per questioni pratiche (ogni volta la vestizione si trasformerebbe in una lotta all'ultimo sangue, e, inoltre, si sa, i bambini giocano, si muovono e si sporcano, quindi meglio vestirli con materiale adatto al movimento ed al lavaggio e stiraggio facile ..),
- per questioni di valori fondamentali (non penso che si debba porre troppa importanza a come si appare, soprattutto a tre anni)
- e perchè a scuola vige la regola del grembiule per tutti.



Insomma, i primi due o tre giorni non ne voleva proprio sapere del grembiule, si disperava e scappava come trovandosi di fronte ad una incredibile imposizione di inusitata violenza da parte di qualcuno di cui si fidava ... roba da farti sentire un incrocio tra Hitler e Pol Pot.
Alla fine, un pò col dialogo, un pò con la forza, lo mette a malincuore. Le spiego che tutti i bambini, seppure diversi tra loro (uno buono, uno cattivo, uno lagnoso, uno simpatico, uno antipatico, uno biondo, uno moro), sono uaguali per molte cose: gli piace andare al parco, gli piace giocare, non gli piacciono le verdure, vogliono bene a mamma e papà, vedono i cartoni, e a scuola devono per legge mettere tutti il grembiule, perchè tutti insieme si divertono e imparano, e perchè non è per come sono vestiti che vengono giudicati bene o male. In ogni caso, è' una legge e va rispettata. La prendo forte per il braccio e le infilo con decisione  il grembiule.

Non so quanto abbia capito del discorso, con i bambini è sempre difficile capirlo, specialmente quando sono arrabbiati o infastiditi; di sicuro ha compreso la decisione dell'atto.

Durante la passeggiata per arrivare a scuola la tengo per mano, ha l'altra mano fredda e mi chiede il perchè; le spiego perchè si fredda e che per scaldarla la può mettere in tasca: lo fa. Arrivati a scuola, però, deve togliere il giacchetto che indossa sopra il grembiule; non potrà più tenere la mano in tasca e contemporaneamente mettere la mano nella tasca della sua bella tuta nuova... ultimo baluardo del suo senso estetico. Mentre la maestra le toglie il giacchetto della tuta e io accenno ad andare via lei si mette a piangere ed io vado via sentendomi un pò in colpa, ma, in fondo, sono piccole cose che deve imparare a gestire.

venerdì 16 settembre 2011

Sgridare ? quanto e come ?


A volte sembra quasi che abbiano bisogno di essere sgridati con forza; hanno bisogno di binari, di recinti, di limiti che ne rendano gestibili le paure, e la strillata, a volte, può confinare molto bene i loro nervosismi.
Così, almeno, è stato il mio fine settimana: sabato nervosa e capricciosa (si creano tante aspettative rispetto al sabato da passare con i genitori che lavorano tutta la settimana...), grandi litigi e sgridate strillate; domenica buona come un angelo, seguiva celermente i nostri 'consigli', e la cosa bella è che ne traeva pace e serenità ...
Insomma, è proprio un mestiere complicato. E un difficile equilibrio da raggiungere per ritrovare la normalità della felicità alternata alla tristezza.

giovedì 15 settembre 2011

Che bello andare dai nonni

"Voi andate al concerto", così ci ha detto, all'improvviso, ma, a pensarci bene, in modo più che prevedibile se si pensa a quanto era bello anche per noi (almeno per me) da piccoli andare dai nonni a stare un pò con loro.
Il sottinteso era: "io vado da quei mattacchioni di nonni a divertirmi, voi genitori stanchi tristi e che mi sgridate spesso ... fate quel che volete !   Comunque state tranquilli, non mi mancherete troppo."

Come faccio a sapere tutto questo ?

Retroscena
Un paio di mesi or sono leggiamo del concerto di Ben Harper; vicino casa, non costa troppo, e lui ci piace proprio tanto dal vivo. Quasi quasi ... E la Polpetta ? dove la lasciamo ? se la lasciamo ai nonni (come, interessati, ci suggeriscono da tempo) potrebbe disperarsi e pensare che siamo due genitori debosciati. E poi, in fondo, la sera ci piace proprio spupazzarci la nostra Polpetta e dedicarle quel tempo che durante la giornata lavorativa non possiamo concederle.
Ma che errore!
E che difetto di sopravvalutazione !
Per la Polpetta non è così fondamentale e di vitale importanza la nostra presenza continua; per lei non siamo esattamente indispensabili in ogni momento, come, invece, in qualche modo siamo spesso portati a pensare noi genitori.
E infatti, dopo lungo lavoro di preparazione: "sai che stasera papà e mamma vanno ad un concerto e te vai dai nonni ?  va bene per te ? però devi fare la brava con i nonni ... bla, bla, bla, bla ...", la vengono a prendere i nonni, lei va tranquilla, noi andiamo tranquilli e "strani"  al concerto (sono tre anni che non ci stacchiamo mai la sera).
Manco a farlo apposta, dopo settimane di afa, quella sera diluvia e tira bufera e il concerto tarda a cominciare, e noi, divertiti dal caso, pensiamo: "ecco, lo sapevo io, punizione divina per aver lasciato la marmocchietta per andarci a divertire da soli ...".
Poi il concerto comincia, anche sotto l'acqua (grandissimo Ben Harper), e ce lo godiamo tutto tutto mentre la Polpetta (poi veniamo a sapere dai nonni) "non ha fatto una piega..."; è stata bene, ha mangiato, si è divertita, ha fatto anche il bagnetto, ha dormito tranquillamente, si è svegliata ed è stata portata a scuola.
Voilà, che ci voleva ?

Anzi, la Polpetta avrebbe tranquillo piacere a ripetere la cosa appena possibile; ecco perchè qualche giorno fà, quando i nonni ci sono venuti a trovare a casa, ad un certo punto ci ha intimato: "voi andate al concerto !".
Evviva.

mercoledì 14 settembre 2011

Padri sciagurati


Il 'collega-padre blogger' Papà 2.0 scrive un adorabile post di estrema attualità (perchè da sempre attuale).
Nel post elenca una serie di errori e mancanze ... tipiche dei padri nei confronti dei figli: mea culpa, mea maxima culpa.

E allora mi ci metto pure io nella categoria di questi padri sciagurati... lo ammetto.

Però, a parziale giustificazione, è anche vero che è un mestiere moooolto complicato.
I bambini hanno necessità continue e cambiano senza sosta, sono al centro del mondo e per amore vorremmo che lo esplorassero tutto, più di noi, e lo comprendessero tutto, meglio di noi.
E così, per amore, noi padri torniamo bambini e il cerchio si chiude nell'innocenza, nella felicità, nella delusione e nella serenità della stanchezza.

lunedì 12 settembre 2011

Primo giorno di scuola materna


La Polpetta, uscendo di casa piena di aspettative, malcelava la paura dell'evento grande e nuovo.
Parlava in punta di piedi, con filo di voce a denti stretti, e muovendosi con inconsueta leggerezza,
quasi pronta a scappar via o a piantarsi infine in un disperato pianto di abbandono.
Con lei era però l'amica del cuore a condividere gioie
e ad affrontar le paure che con coraggio si vincono
durante il primo giorno di scuola.
In bocca al lupo.

PS: speriamo la maestra sia bella tosta, perchè quelle due insieme sono capaci di demolire un palazzo ...

giovedì 8 settembre 2011

Titoli sbagliati

Ogni mattina, mentre la accompagno in auto a scuola o dalle nonne, faccio ascoltare a mia figlia della musica che non sia 'pesciolino dance' o 'baby dance' o 'zecchino d'oro' (ogni tanto anche quelle, ma con moderazione ...).

Per la musica ho una vera passione e cerco di stimolare mia figlia facendole ascoltare musiche disparate, non eccedendo nel rumore, nei ritmi o nella complessità.

Lo faccio anche perchè, effettivamente, mia figlia mi dà soddisfazione; si placa, in silenzio ad ascoltare mentre guarda fuori dal finestrino, e appena è finita la canzone la vuole ascoltare ancora, e ancora, e ancora.

'Mambo Italiano' cantata da Connie Francis, 'VCR' degli XX, 'La gazza ladra' di Rossini, e poi Frank Zappa, Pink Floyd, Lucio Battisti, Franco Battiato, Tinariwen, Bob Marley, musica balcanica, e tanto altro ancora.

Questa mattina, però, qualcosa non le andava a genio.

Le ho fatto ascoltare una canzone che mi girava in testa da quando mi ero svegliato: 'Un gelato al limon' di Paolo Conte. La canticchiavo al bagno mentre finivo di improfumarmi e ho notato subito la reazione interessata di mia figlia ... normale: si parla di gelati, e, inoltre, il ritmo e la cantata sono 'simpatici'.

Le ho fatto ascoltare la canzone originale in auto; quando siamo arrivati e la canzone è finita le ho chiesto se le fosse piaciuta e lei seria e con disappunto: 'ma noooo, volevo un gelato alla fragolaaaa'.
Probabilmente se la canzone si fosse intitolata 'Un gelato alla fragola' sarebbe diventata la sua preferita.

Quanto sono semplici e affascinanti i bambini a tre anni !

venerdì 24 giugno 2011

Il femminismo ha ucciso la paternità?

Alla luce dell'articolo in questione e sotto riportato, mi sento di fare un plauso alle donne Italiane, meritevoli secondo me (o meglio, secondo la mia personale esperienza) di altissime doti nella coniugazione dei lavori di mamma e 'donne lavoratrici'.
Chissà che anche qui da noi non si arrivi prima o poi agli estremi culturali made in USA; ma forse no, forse quel concetto così spesso stra-usato, stra-chiacchierato e stra-criticato che è 'la famiglia' ha nella nostra cultura ancora radici profonde e forti, nel bene e nel male.

Il femminismo ha ucciso la paternità?: "
Il padre americano è una figura in via di estinzione? Archiviata la festa dei papà sul Washington Post la columnist Kathleen Parker fa un’amara denuncia: la cultura femminista ha svilito il ruolo della figura paterna illudendo le donne americane di poter fare tutto da sole. Secondo la Parker è stata incoraggiata così una tendenza alla disgregazione delle famiglie, alla fuga dei padri dalle proprie responsabilità, e un numero crescente di bambini americani cresce in nuclei familiari con una madre single.
"

venerdì 10 giugno 2011

Piccoli indizi del tempo che passa

 Ospiti a pranzo, tre bambine/ragazze 'di prima adolescenza' + una bimba piccola + una ragazza matura tutte significativamente sedute sul divano a vedere insieme la storia di una principessa perduta che si innamora di un mezzo delinquente dal cuore d'oro (Rapunzel) ...

La Polpetta non c'è, è andata sopra a prendere due 'papuzzetti' (come dice lei): uno per lei e uno per la bimba piccola, per giocare insieme.
E' scalza e in mutande; una selvaggia.

Scendendo, ancora in cima alle scale, con tanto di maledetto ciuccio in bocca si affaccia tra le sbarre della ringhiera, verso il divano e, con estrema, inquietante naturalezza dice queste esatte due parole:
"eccomi ragasse !"
Insomma, voglio dire, ha ancora solo 3 anni (appena compiuti) e già è iscritta a segretissimi e inavvicinabili (almeno per noi papà) circoli riservati a sole donne, in cui si parla di chissà quali misteri del privato femminile ...
In un attimo mi sono sentito un pò più vecchio...
ma un quarto d'ora dopo sono nuovamente ringiovanito, quando per voce della mamma ho appreso  che, tranquillamente di fronte alla colà riunita femminile rappresentanza, si era versata mezza bottiglia di coca addosso mentre al contempo si spisciava un pò sotto.
In qualche modo, egoisticamente, ne sono stato felice: è ancora piccola, deve ancora imparare tanto, ha ancora bisogno di me. 

mercoledì 8 giugno 2011

Comincio a raccogliere arance

Stamattina, appena sveglia, aggrappata alla testata del lettone, la Polpetta comincia a blaterare canticchiando di una legge secondo la quale non si deve andare a scuola nè a lavoro di mattina.
Poi aggiunge una postilla secondo la quale i poliziotti devono andare in prigione ... comincio a preoccuparmi.

mercoledì 1 giugno 2011

Prime pericolosissime ribellioni

Qualche settimana fà, contrariata perchè la stavo vestendo per poi portarla a scuola, la Polpetta mi dice:
"basta, adesso io me ne vado, scappo !   vado al parco, con mammina !".

lunedì 21 marzo 2011

Il principe azzurro e ipotesi catastrofiche




Ehhh fino a una certa età sono ancora preminentemente parassiti della mamma.









Poi pian piano cominciano ad apprezzare anche la puzza del papà fino all'improvviso punto di inversione: la metamorfosi in principe azzurro.









Questo accade solo poco prima di innamorarsi schifosamente di un qualche 'Kevin' o 'Daniel' che non frequenta la loro scuola, forse non frequenta alcuna scuola, e gira vorticosamente per le vie della città con la sua moto fiammante e le sigarette schiacciate nella tasca dei jeans strappati ...








Vabè, daltronde, se fosse stato maschio sarei già stato svariate volte al pronto soccorso e avrei di certo un numero maggiore di capelli bianchi.

venerdì 18 marzo 2011

All base del tifo



L'invidiata innocenza e semplicità dei bambini spesso stupisce noi adulti, ci aiuta a vedere le cose da punti di vista meno contorti e condizionati, e ce li fa amare al punto da sacrificarci loro.



Un paio di settimane or sono, guardavamo la partita della nostra squadra, ma la Polpetta ogni tanto si lamentava perchè non voleva vedere la partita; allora, rispondendo al 'Forza Roma, Forza Roma' della zia, la Polpetta ha inneggiato: 'Forza Pippi, forza Pippi'...

mercoledì 16 marzo 2011

Come donare 2 euro per il Giappone

La donazione andrà alla Croce Rossa, e si effettua mandando un semplice SMS al numero

45500

lunedì 21 febbraio 2011

Oggi sono stanco e triste



Non ne posso più del ritmo: scuola, influenza, scuola, influenza,  ...
Bastaaaa! Chepppalle!



Scusate lo sfogo, ma molti di voi sanno bene quale tristezza profonda può provocare un bimbo che ti guarda con aria disperata e ti dice ('basta buaaa', o 'voglio stare beneeee').




Cominciare così la giornata non è semplice, in particolare quando è lunedì mattina e ci si è rilassati poco durante il fine settimana, tra vomito e diarrea della bimba, cagate del gatto da recuperare in mezzo all'erba alta da tagliare (ma chi ha detto che i gatti hanno piacere solo a farla nella terra così poi la ricoprono ?), lavori di casa e altri fattori di stress.

Comunque, per chi si trovasse nella mia stessa situazione, prego leggere il seguente messaggio pronunciando con voce femminile rassicurante e un vago accento allegro da marketing senza frontiere:

'Il tuo bimbo ha la tosse grassa e la mattina usa bere il biberon con latte e biscotti direttamente a letto ?
ha anche il vomito ?
allora alzalo a sedere sul letto non appena ha finito di ingurgitare il suo beberone, potrebbe approfittare di una crisi di tosse per imbiancare un pochino la vecchia coperta.

AVVERTENZE 1; lo stesso evento potrebbe ripetersi la sera appena prima di addormentarsi --> dotarsi di una coperta di ricambio, anzi, di una CASA di ricambio, e di supposta di antivomito. Eppoi, non lo fate mangiare per forza, ha coscie a sufficienza, e, evitate l'abbacchio alla scotta dito...
AVVERTENZE 2; dotarsi anche di busta da lasciare in automobile (per l'esattezza, aperta davanti il seggiolino del povero candido pargolo) chè, dopo serata in pizzeria con amici senza figli che non si vedono da mesi, e annessa passeggiata, l'innocente troverà il tempismo esatto per vomitare 'a raggiera' proprio quando si chiude l'ultima portiera della macchina ...'

Quasi quasi non ci penso più a farne un secondo ...
ma noooo, sarebbe solo egoismo ...
allora adesso vado subito ad ingravidare mia moglie ...
che ne sarà contentissima ...

;-)

venerdì 18 febbraio 2011

finalmente Edipo !

Sarò sincero: quando prima di diventare padre qualcuno mi chiedeva 'preferiresti un maschietto o una femminuccia ?'  io rispondevo 'sinceramente è uguale, non ho preferenze: con l'uno o con l'altra ci sono vantaggi e svantaggi, col maschietto potrò volgarmente condividere più interessi e punti di vista da masssssschio; mentre con la femmina potrò sperimentare quello che forse è l'amore più alto e coinvolgente che si possa immaginare, e poi, magari (e sempre volgarmente) sarà più disposta ad aiutare nelle pulizie di casa ed eviterà (forse) di spaccarsi la testa ogni due minuti ...'.

Bhè, la testa rischia comunque di spaccarsela ogni due minuti perchè 'è vivace', ma l'obiettivo è comunque raggiunto: ultimamente ha detto alla maestra che io sono il suo fidanzato ...  evvaaaaiiiiii !
Per svariati anni avrò l'esclusiva del suo amore edipico.

Evviva.

giovedì 17 febbraio 2011

Finti dolori

Settimana scorsa grande preoccupazione delle nonne per l'andamento claudicante della Polpetta durato un pomeriggio e una mattina.
Cosa avrà, cosa non avrà ?  Ma sarà che finge ?



Come sempre, la ragione è nel mezzo:

  • Svegliata nel pomeriggio di soprassalto per pipì; gamba probabilmente addormentata per posizione 'stomoda'
    --> primo zoppichio e lamentosità ... normale;
  • Va avanti con zoppichio e qualche residuo lamento per buona parte del pomeriggio rimanente
    --> i bambini sono furbi e subdoli come i gatti: accortasi dell'attenzione preoccupata e amorevole della nonna ha tenuto a proseguire quella sua interpretazione pur di testare il rapporto di causa/effetto di cui aveva intuito la presenza;
  • La sera, appena entrata in casa, dimentica dell'esperimento scientifico del pomeriggio, corre, zompetta e salta come un grillo; allegra e disinteressata
    --> gli esperimenti scientifici, portati troppo alla lunga, annoiano;
  • La mattina dopo, in procinto di uscire per andare a scuola, compare nuovamente il dolore alla gamba, prima la destra, poi la sinistra (quella del giorno prima...)
    --> gli esperimenti scientifici devono essere coerenti e completi !
Insomma, ho ricordato i racconti di quando ero piccolo e mio fratello per un paio di giorni fù cieco ... e, a dire la verità, qualche mal di testa di troppo l'ho avuto anch'io.




La cosa preoccupante è: se comincia così alla tenera età di quasi 3 anni, quando ne avrà 10 cosa si inventerà ?!?

Grande attrice !

lunedì 14 febbraio 2011

da ricordare

'Sei un maccaccone' (la inseguivo per farle il solletico)
'Voglio la pissa'
'L'ho togliata' (la maglietta: femmina)
'Ai lobiu ai lobiu ai lobiuuuuuu'  (Beatles - Michelle)
'Sei molto gentilissimo' (probabilmente le avevo appena dato una caramella...)
'Cocciolata' (oramai è diventata cocciolata anche per noi e ci sentiamo meno in colpa quando la mangiamo)
'la maccia, la maccia' (come svitati cominciamo a fare una marcetta fischiettando Barry Lindon, lei sopra le mie spalle, io con passo marziale e la mamma che ci insegue per farle il solletico ... lei ride come una matta)

mercoledì 9 febbraio 2011

logica ferrea, altro che poesia

A volte ci rivolgiamo loro (i bambini) con metafore poetiche se non (per i più ispirati, nonchè impavidi) con cacofoniche rime.

Non apettatevi, però, che loro condividano con voi la delicata gioia dell'astrazione del pensiero che sublima nell'emozione ... no, loro sono estremamente logici, hanno pochi concetti a disposizione e ci giocano come con il lego: ad incastro.
Stamattina, appena svegli:
Io (in tono di positiva e bucolica meraviglia): 'hai visto fuori ? c'è tanta nebbiaaaa, sembra di essere dentro una nuvolaaaaa; dai, sbrighiamoci che così andiamo fuori a vederla...'
Polpetta (in tono deciso): 'nooo, io non voloooo...'


eccheglidiciaquelpunto ?
Ho provato a barcamenarmi col solo neurone sveglio, ma sono giusto riuscito a smozzicare: 'ma noooo, la nuovla scende a terra e noi ci camminiamo dentroooo'

Lei avrà pensato: 'ehhh sssì, mio padre è decisamente stranino !', o anche: 'che ss'è fumato stamattina ?', e, chissà, magari lo ha già detto agli amici a scuola e alla maestra !

In realtà penso l'abbia presa così perchè non aveva voglia di andare a scuola.

Ma questa è un'altra storia.

lunedì 24 gennaio 2011

chi è chi e perchè

lei cucciolo
io brontolo
mamma mammolo ...

c'è una logica ineccepibile !

E' proprio vero, i bambini sono degli specchi per gli adulti che sanno specchiarvisi...